Cos’è il muro dei Ti Amo? Non tutti conoscono questo monumento parigino, i turisti coi quali ci confrontiamo, almeno, raramente ne hanno sentito parlare. L’opera si trova nel giardino Jehan Rictus a place des Abbesses, a Montmartre. Sta lì dal 2000 ed è diventata, negli anni, meta di pellegrinaggio per innamorati, luogo d’incontro per la gente del posto e sosta doverosa di turisti provenienti da ogni parte del mondo. Noi di Napoleone Tour ci facciamo spesso tappa alla fine del nostro tour di Montmartre.
Abbiamo tutti scritto da adolescenti “ti amo XX” compulsivamente sul diario, scarabocchiato col nome di lui/lei la nostra metà del banco di scuola o, peggio, un innocente e malcapitato muro di città. Versione urbana degli antichi “per sempre” incisi sule cortecce degli alberi, queste dichiarazioni silenti paiono essere frutto di una sorta di impulso spontaneo. Ecco, l’idea di Frédéric Baron nasce proprio da questa pratica tanto spontanea quanto remota. Così, Baron, incuriosito dal fenomeno, chiede prima al fratello di scrivere "ti amo" su un pezzo di carta, poi si rivolge al vicino di casa, poi all’amico, fa il giro delle conoscenze e capita che tra queste conoscenze ci siano russi, portoghesi, italiani. I foglietti di carta che accumula diventano presto tanti e uno sull’altro paiono una bella torre di Babele di cellulosa. Baron, inoltre, si accorge compiaciuto che ogni volta che bussa a una porta trova gente entusiasta della sua trovata. Forte del consenso generale, chiede allora a Claire Kito, un’artista esperta di calligrafie orientali, di aiutarlo a mettere insieme in modo creativo tutte le scritte collezionate. Dalla collaborazione tra i due nasce l’idea del muro per dare voce a tutte le lingue e a tutti i dialetti possibili. Daniel Boulogne, esperto di murales, si unisce all’équipe e ci mette la sua.
Il risultato finale è una parete di 40 m2 (10X4), composta da 612 mattonelle, il formato delle quali dovrebbe ricordare i foglietti di carta su cui era stato chiesto alla gente di scrivere la frase nella propria lingua. Le tracce di colore rosso sulle mattonelle simboleggiano i frammenti di un cuore spezzato: il cuore dell’umanità troppo spesso ferito della violenza generata dalle differenze tra i popoli, che sono tante, come tante sono le lingue parlate, ma che possono ben coesistere e stare insieme, l’una accanto all’altra proprio come le lingue sul muro. Storicamente e, ahimè, attualmente i muri separano, tirati su con la funzione di proteggersi dall’”altro”, separano i popoli e dividono gli uomini. L’argomento non potrebbe essere più attuale! Si parla tanto di frontiere ultimamente, abbiamo recentemente assistito alle sospensioni del trattato di Schengen: lo storico accordo, segnato nel 1985, che prevede l’abolizione delle barriere doganali e dei controlli a merci e persone alle frontiere comuni, con l’obiettivo di stabilire un regime di libera circolazione all’interno dell’area europea. Beh, se la funzione dell’arte è anche quella di scuotere coscienze e sollevare interrogativi, il nostro caro muro dei Ti Amo diventa, oggi in particolare, un luogo perfetto di riflessione, di riconciliazione, simbolo di unione tra i popoli. Al contrario dei muri tra i paesi proposti come facile soluzione a problemi ben più complessi da risolvere.